Respinte le richieste: nessuna procedura di incandidabilità per Massimo Lanzilotti e Francesco Leoci, che se vorranno, ora, potranno partecipare alle prossime elezioni a Carovigno.
La richiesta per il procedimento a carico dell’ex sindaco ed ex presidente del consiglio comunale di Carovigno era stata avanzata dal Ministero dell’interno, in seguito allo scioglimento del consiglio comunale di Carovigno dello scorso 12 marzo 2021.
Ora la pronuncia questa volta da parte del Tribunale sezione civile di Brindisi. Dopo l’assoluzione con formula piena per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, ora la nuova pronuncia delle scorse ore in favore di Massimo Lanzilotti e Francesco Leoci, difesi dagli avvocati Cosimo Lodeserto, Gianvito Lillo e Claudio Consales. Si tratta comunque di due procedimenti distinti quello civile e quello di profilo penale della scorsa settimana, riferiti all’inchiesta principale dopo l’operazione “Reset” ed in seguito allo scioglimento del consiglio comunale. Per la stessa vicenda, dopo l’attività investigativa altre sette persone imputate inizieranno il processo ordinario il prossimo 4 febbraio.
Nella stessa sentenza delle ultime ore, intanto, in ambito civile, il collegio brindisino ha richiamato l’ordinanza del Gip titolare dell’inchiesta della Dda di Lecce dell’8 giugno 2020. In questo procedimento era già stata esclusa la sussistenza dell’aggravante del 416 bis (associazione di stampo mafioso). E così ora per il già sindaco di Carovigno e l’ex presidente dell’assise cittadina, Lanzilotti e Leoci, la possibilità di ripresentarsi alle amministrative che dovrebbero tenersi a nello stesso Comune a nord di Brindisi nel novembre prossimo.
Di seguito le dichiarazioni di Massimo Lanzilotti e Francesco Leoci
“Decaduta anche la nostra incandidabilità, finalmente liberi da ogni accusa infondata.
Dopo la sentenza di piena assoluzione nel penale, arriva la sentenza del Tribunale Civile che rigetta la nostra incandidabilità. Il Tribunale di Brindisi ha rigettato la richiesta del Ministero dell’Interno e della Prefettura relativa alla nostra incandidabilità.
Con questa Sentenza è stato stabilito che non ci sono nostre responsabilità e che le richieste di incandidabilità non erano fondate. Questo lo si sapeva già dal giorno della pubblicazione dell’Ordinanza del GIP dell’8 giugno 2020. E non lo diciamo noi ma ben tre Magistrati!
Ora ci chiediamo: dopo l’ assoluzione con formula piena nel procedimento penale e con questa pronuncia a noi favorevole, c’erano i presupposti per il disposto scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose? È legittimo e fondato quel provvedimento? Noi crediamo di no.
Il nostro augurio adesso è che tutto il lavoro che abbiamo lasciato possa essere portato avanti con serenità, senza caccia alle streghe, e che alla città possa essere restituita quella dignità che molto spesso è stata calpestata in tutto questo periodo. Milioni e milioni di euro di finanziamenti ottenuti e già inviati al Comune non possono essere accantonati solo perché sono stati ottenuti dall’amministrazione Lanzilotti”.