La vista stessa è una citazione (J. L. Borges) è, a sua volta, una citazione. Un processo di segni e di senso che sempre rinvia ad altri fenomeni, oggetti e significati, in una continua relazione con il passato e con la memoria, al fine di raccontare “come eravamo domani”.
Per Enzo Guaricci la scultura rivela l’inarrestabile cambiamento di stato delle cose, condotte a nuova forma attraverso una simulazione: la rappresentazione diventa impronta fossile, cristallizzata e pietrificata. Gli strumenti principali di questa indagine sono l’osservazione dettagliata, l’estrema perizia tecnica al limite dell’iperrealismo, la ricerca e la sperimentazione materica, lo studio delle superfici cromatiche, il cambio di scala e di proporzione degli oggetti. Tuttavia, è soprattutto nel linguaggio e nell’ironia (εἰρωνεία, dissimulazione) che Guaricci trova lo spunto e lo scarto dalla formula platonica, dalla presunta, innocente relazione tra le idee e la realtà.
Nel titolo delle opere – vera e propria sostanza immateriale che avvia una crisi beffarda nel cuore dell’immaginazione – vi è spesso una componente spiazzante, di eco magrittiano, un raffinato calembour con cui l’opera d’arte aggira il mimetismo a favore del fantastico e del fuorviante. Un Ovo sapiens è, al tempo stesso, principio della vita e del sapere, dell’uomo e della cultura. Mentre Assediata è una seduta scomoda, accerchiata e isolata, sottratta al suo essere quel docile oggetto domestico e familiare che conosciamo.
Inoltre, molte delle opere in mostra assumono nel libro e nella scrittura – Bibbia, Corano, Antifonare – gli elementi essenziali della ricerca che lo scultore pugliese dedica al tema del tempo. Se l’artificio della “soluzione neolitica” per la resa plastica delle sculture induce lo sguardo verso un tempo remoto e preistorico, il ricorso alla pagina scritta, resa inerte e solida dalle resine, riconduce al senso della storia e dell’uomo, alla sua origine sociale e culturale, dove la scrittura è sempre documento che conserva, testimonianza che unisce e lega (religio), richiamo e citazione di un passato che non smette di rivivere nella mente e nell’esperienza di chi ha memoria. Così come accade oggi e per sempre per le opere di un artista destinato a una umana eternità.
Questa mostra personale giunge a pochi mesi dalla scomparsa dello scultore Enzo Guaricci (1945-2023), tra i massimi artisti italiani contemporanei, assoluto protagonista dell’arte in Puglia.
Roberto Lacarbonara