Confermata la Flat Tax al 7% per i pensionati che, dall’estero, decidano di trasferirsi in una delle regioni del sud e, in particolare, si stabiliscano in un Comune con meno di 20.000 abitanti. Maggiori chiarimenti sono arrivati dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate, la numero 21/E del 17 luglio 2020.
Già introdotta con la Legge di Bilancio 2019, la Flat Tax al 7% per i pensionati consiste nell’applicazione, da parte dell’Erario, di quella percentuale di imposta a tutti i redditi di coloro che decidano di trasferire la propria residenza da un paese estero in tutto il sud, quindi anche in Puglia. Attenzione, ciò non ha nulla a che fare con la nazionalità del pensionato. Può trattarsi di un cittadino straniero come di un connazionale che voglia tornare a vivere in Italia.

Sulla scorta di esempi in altri paesi d’Europa, come il celeberrimo (sul tema) Portogallo, le agevolazioni fiscali vengono applicate per dieci dichiarazioni dei redditi successive allo stabilimento della persona nel nostro paese. Ancora, l’imposizione fiscale si applica a tutti i redditi, non solo a quelli derivanti da una pensione.
Quali caratteristiche deve avere il Comune prescelto?
- Un paese con meno di 20 mila abitanti in Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia;
- Un paese colpito dal sisma del 24 agosto 2016, del 26 e 30 ottobre 2016 e del 18 gennaio 2017 con un massimo di 3.000 abitanti.
Insomma, un’occasione per i territori di intercettare un flusso di persone che, attratte dal clima e dalla qualità della vita del sud, decidano di trasferirsi per passare gli ultimi anni della propria vita. Tuttavia, ciò significa adeguare i Comuni al di sotto dei 20.000 abitanti delle nostre regioni alle esigenze ed ai bisogni degli anziani. Non c’è dubbio che il punto di partenza non possa che essere l’assistenza sanitaria, che non vuol dire solo ospedali.

L’indirizzo della sanità moderna non è più caratterizzato da ospedali in ogni dove ma da un’assistenza locale e diffusa. Non si può chiedere a persone anziane di trasferirsi in Puglia per passare le giornate in fila in qualche CUP. Tanto meno, si può pensare di rendere difficile l’approvvigionamento, ad esempio, di farmaci o, ancora, rendere difficoltoso il fatto di seguire terapie specifiche.
Aggiungo, peraltro, che quello sanitario non è l’unico scenario da analizzare e migliorare. E’ importante occuparsi anche degli aspetti che riguardano la qualità della vita anche in altri ambiti, dall’alimentazione all’intrattenimento. Proprio così, non è pensabile che qualcuno venga a vivere qui per rimanere chiuso tra quattro mura.
Per concludere, un’opportunità in più, per il nostro territorio, di intercettare flussi di persone e aiutare l’economia regionale ma a patto che si sappiano attuare le politiche giuste. Questa non sarà la California ma potrebbe essere tranquillamente la Florida d’Europa.