Gioco responsabile, il rischio è la frammentazione?

Numeri, dati e statistiche portano a fare delle analisi molto approfondite su delle questioni e delle situazioni che riguardano il gambling, un fenomeno che appare comunque sempre in crescita

Il gioco d’azzardo è senza alcun dubbio una delle più grandi realtà dei tempi moderni, visto anche che ha iniziato a mescolarsi in un modo pressoché perfetto con la tecnologia. In questi due anni di grande difficoltà il settore è infatti riuscito a riorganizzarsi e a darsi un nuovo assetto, puntando soprattutto sul gioco a distanza.

Quello del gioco responsabile è inevitabilmente e ovviamente uno dei temi più importanti e scottanti quando si tratta l’argomento gambling. Uno degli obiettivi principali degli operatori del comparto è quello della protezione dei giocatori. Per parlare di ciò ci si può collegare al fatto che l’Università di Londra ha pubblicato recentemente un nuovo studio commissionato dall’European Gaming and Betting Association (EGBA). Un’analisi pubblicata in Italia da Gaming Report che ha cercato di fare luce e chiarezza su alcuni aspetti specifici inerenti tutte quelle norme sulla protezione dei consumatori negli Stati membri dell’UE. Tra queste possono essere ricordate e citate la conoscenza dei requisiti dei clienti, la protezione dei minori, il gioco più sicuro e il supporto terapeutico. Dunque tutti elementi che non possono certo essere dimenticati.

Il rischio però è quello della frammentazione. Con quest’ultima si va a indicare quanto accade nei singoli Stati membri, dove molte norme non sono per nulla efficaci. Un’idea di garanzia potrebbe essere quella del quadro normativo standardizzato, che sarebbe un’ottima arma di prevenzione. “Va detto che i principi normativi stanno pian piano convergendo e andando tutti nella stessa direzione, ma c’è ancora una crescente frammentazione nel modo in cui le regole vengono implementate e applicate. Inevitabilmente questo crea una complicata mappa di conformità per i regolatori e gli operatori del gioco europei, mentre evidentemente non va per nulla a vantaggio del consumatore. Un quadro normativo più standardizzato andrebbe sicuramente a vantaggio di tutti, in primis di chi vuole usufruire di certi servizi”, queste le parole di Maarten Haijer,  segretario generale EGBA, riportate da Gaming Report. Insomma, pare esser necessario un passo in più e un ulteriore rafforzamento.

E, quando si parla di frammentazione, non si può non tenere conto del fatto che molto spesso le cose cambiano e variano addirittura da regione a regione, rendendo il tutto ancor più complesso. Per esempio, in Italia, qualche regione è apparsa un po’ più proibizionistica rispetto ad altre. Un modello da analizzare può essere senza alcun dubbio la Puglia. Va detto che qui, nel gennaio del 2020, è stata fatta una legge sul GAP. La missione è stata quella di contrastare il fenomeno della ludopatia. Il tutto attraverso delle azioni concrete, puntando a mettere d’accordo tutti: addetti al settore, organizzazioni di categoria, magistratura e l’Eurispes, che è l’ente privato italiano che si occupa di studi politici, sociali ed economici. Anche in terra pugliese però a fare la differenza nell’ultimo periodo è stato il gioco online.. Un fenomeno che, in tempi di lockdown, ha inevitabilmente preso il sopravvento un po’ ovunque.