Il 20 gennaio del 1920 nasceva a Rimini Federico Fellini. Regista tra i più significativi della storia del cinema, grandissimo orchestratore di immagini, di visioni e di ritmi narrativi, si è rivelato maestro nel dare corpo alla passione di sogno che invade lo schermo cinematografico, dove i confini dell’immaginazione vanno a coincidere con quelli della realtà senza tuttavia mai essere condizionati da questa. Premiato con cinque premi Oscar: nel 1957 per La strada (1954), nel 1958 per Le notti di Cabiria (1957), nel 1964 per 8 ¹/² (1963), nel 1976 per Amarcord (1973) e nel 1993 con un Oscar alla carriera. La grandezza del regista riminese Federico Fellini è tale che può essere a ragione considerato come uno tra i più grandi esponenti dell’arte moderna, tanto da poter essere affiancato ai grandi geni del novecento come Pablo Picasso o James Joyce. La statura di Fellini è sicuramente indiscutibile.Pochi cineasti al mondo sono riusciti ad osservare la realtà come lui, sempre e comunque sotto forma di presa in giro, di scherno, di farsa “vitellonesca”, trasformando tutto secondo la sua incredibile immaginazione. La grande forza felliniana stava proprio nella fantasia dettata dalla sua antica e mai sopita passione legata al giornalismo umoristico e alle vignette che sapeva produrre con matita sottile e arguta. Al cinema è arrivato da questo, non a caso i suoi più grandi film sono la somma dell’immaginario burlesco, istrionico e spesso grottesco dove in qualche modo anche Marco Ferreri ha cercato di seguire la sua strada. Ecco proprio “La strada” è il film che consacra la grandezza di Fellini, lo stacca da quelli che erano stati i precedenti “Luci del varietà, “Lo sceicco bianco” e il famosissimo “I vitelloni”, legati in qualche modo al neorealismo ed in particolare a Roberto Rossellini del quale fu sceneggiatore e aiuto-regista. Con “La strada” diventa il regista il vero maestro del cinema italiano. Un film ricco di poesia dove Giulietta Masina (sua moglie nella vita) interpretò il ruolo di Gelsomina fino a portare gli spettatori alle lacrime. Al suo fianco Anthony Quinn e Richard Basehart. Da questo film il grande volo di Fellini verso l’Olimpo del cinema. Faranno seguito capolavori come “Le notti di Cabiria”, “Otto e mezzo”, “Satyricon”, “Roma”, “Amarcord”, “Ginger e Fred”, “La voce della luna”, ma in mezzo a tutto ciò rimane nella memoria “La dolce vita”, con cui riuscì a creare una serie di personaggi ed episodi completamente diversi dai precedenti. I locali notturni dell’epoca, la spiaggia di Fregene, gli scandaletti, le ricchezze e le miserie della Roma a cavallo tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni sessanta. Magistrale e perfetto nel ruolo del giornalista, Marcello Mastroianni, che fu per sempre il vero “alter-ego” di Federico Fellini. E’ stato sicuramente un grande sognatore, capace di far sognare a occhi aperti, senza mai perdere il filo conduttore della storia, quella storia che oggi ci ricorda il giorno della sua nascita.

ANGELA ANGLANI

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