La legge sul conflitto di interessi, approvata negli ultimi giorni dalla Camera è una legge di particolare importanza, attesa da alcuni decenni, che pure ha lacerato le forze parlamentari nel corso di diverse legislatura.
Si tratta di regole fondamentali per il funzionamento della democrazia, regole precise e incompatibilità chiare, in un’ottica di trasparenza dei comportamenti dei rappresentanti dei cittadini e dei componenti del governo.
Finora le norme in vigore hanno funzionato poco e male, non potendo mai di fatto impedire casi di evidente incompatibilità e di contrasto con gli interessi generali del Paese.
Mai sarebbe dovuto accadere che l’interesse privato del singolo rappresentante del popolo prevalesse sull’interesse pubblico. Eppure è accaduto.
Oggi, sulla scia di quanto accade da decenni nelle democrazie più avanzate (vedi Stati Uniti e diversi paesi europei), la legge appena approvata regola a monte una situazione di conflitto di interessi, stabilendo le soluzioni per prevenirla e per gestirla.
Sono stati fissati i doveri di informazione dei soggetti per prevenire le situazioni di conflitto e i doveri di astensione dal compimento di atti pubblici in condizione di conflitto di interessi.
Prevista la gestione del patrimonio dei soggetti in palese conflitto. Prevista anche la possibilità, qualora l’Antitrust accertasse una situazione d’incompatibilità, di optare tra la carica elettiva e il mantenimento della posizione incompatibile.
E abbiamo prevista una forma di affidamento in gestione dei beni e delle attività patrimoniali assimilabili al cosiddetto blind trust, gestione cieca.
Infine è prevista anche la possibilità, come estrema ratio, della vendita delle attività e dei beni dell’eletto, o del membro di governo che si trovasse in situazioni di conflitto.
Negli ultimi 25 anni, l’Italia ha vissuto in una condizione di perenne conflitto di interessi, che ha visto addirittura il padre-padrone di un grande partito, divenuto poi a lungo Presidente del Consiglio, in palese conflitto pubblico, a causa dei suoi inconfutabili e molteplici interessi privati, prima di tutto quelli nel sistema radio-televisivo nazionale. Oltremodo in una condizione di evidente predominio in buona parte del sistema editoriale e dell’informazione.
La nuova e attesa legge sul conflitto di interessi, si muove in una concezione moderna, intervenendo nel delicato rapporto tra potere economico e potere politico all’interno delle democrazie. Nella consapevolezza che quando il potere economico prende il sopravvento su quello politico, la democrazia rischia di essere mortalmente ferita!
E’ evidente che a chiunque deve essere garantito di partecipare direttamente alla vita democratica di un Paese. Ma non sarà più possibile che le attività economiche di un singolo possano e costituire un vantaggio a discapito della funzione pubblica.
Questa non è una legge contro: non è contro qualcuno, né contro un’attività o un’impresa. Questa è una legge per la democrazia, è una legge per l’interesse generale dei cittadini, è una legge che detta la separazione tra l’interesse privato e gli interessi pubblici. Una legge che vuole rendere trasparente la vita politica del Paese.
Affinchè la democrazia e le sue istituzioni democratiche vivano come in una casa di vetro.