L’inaugurazione di PhEST – See Beyond the Sea – Religioni e Miti si svolgerà oggi a Monopoli, Palazzo Palmieri ore 19.30. Non più 16 ma 17 le mostre in programma dal 6 settembre al 3 novembre, con nuove ed importanti collaborazioni con National Geographic e Trenitalia.
Cristianesimo, Islam, Induismo, religione tradizionale cinese e religioni africane, Buddhismo, Sikhismo, Spiritismo, Ebraismo sono solo alcune delle religioni diffuse nel mondo. E poi i non credenti, laici, atei, irreligiosi, agnostici. E chi fa della religione uno strumento di potere e controllo, o motivo di guerra. O chi elegge “nuovi dei” nella vita quotidiana.
PhEST – See Beyond the Sea si propone anche quest’anno come qualcosa di più di un semplice festival di fotografia, ovvero come momento di provocazione e confronto, in grado di seguire le rivoluzioni culturali e sociali mondiali per aiutare i cittadini del mondo a leggere il passato, e il presente, in modo intelligente e moderno, mantenendo un’autonomia di pensiero e anzi, cercando di costruire insieme il futuro. Dal 6 settembre al 3 novembre Monopoli si trasforma nella capitale pugliese della fotografia per il quarto anno consecutivo con il ritorno del festival internazionale di fotografia e arte dedicato quest’anno al tema Religioni e Miti, con la direzione artistica di Giovanni Troilo e la curatela fotografica di Arianna Rinaldo.
Prodotto dall’associazione culturale PhESt, il festival è realizzato con il sostegno di Fondo FSC 2014 – 2020 per lo Sviluppo e la Coesione, Regione Puglia – assessorato Industria Turistica e Culturale e Teatro Pubblico Pugliese, Comune di Monopoli – Monopoli Tourism, con il patrocinio di Puglia Promozione, Fondazione Apulia Film Commission, Accademia di Belle Arti di Bari Politecnico di Bari, Politecnico di Bari e Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale; official carrier Trenitalia; media partner SkyArteHD; main sponsor Masseria Torre Coccaro; Tormaresca; partner culturali National Geographic e Museo nazionale di fotografia Marubi.
«Dio è morto? Chiedeva Nietzsche. No, non è morto, è più vivo che mai. L’uomo è costantemente alla ricerca di Dio. È parte della sua natura, è figlio della sua capacità di immaginare, figlio dell’essere consapevole della finitezza della sua esistenza e delle sue forze. Un rifugio necessario. Allora non può che ricorrere a Dio. Ma è questo ricorrere a Dio, come elemento universale, che rende la religione uno strumento perfetto per l’esercizio del potere. Diventa la base comune su cui poter costruire strutture sociali complesse e condivise – spiega il direttore artistico di PhEST, Giovanni Troilo – I grandi imperi come quello di Augusto hanno saputo fondarsi sulla costruzione del mito addomesticando il potere delle immagini alla macchina del consenso. Costantino abbraccia la religione che Roma aveva fino a quel momento combattuto e la fa diventare nuovo elemento fondativo: l’impero romano risorge nella religione. Potrebbe apparire uno strumento del passato, ma non c’è nulla di più contemporaneo.
Nella Turchia di Erdogan la religione è uno degli strumenti principali del potere, dal 1987 sono state costruite circa 1000 moschee all’anno e il Diyanet (il Ministero degli Affari Religiosi) è diventato un gigantesco apparato per la promozione dell’Islam Sunnita.
Allo stesso tempo nell’Occidente che si professa senza un dio, l’uomo costruisce raffinate religioni che si fondano prima sull’ideologia, dopo sul trionfo smithiano della legge naturale, poi sulla fede nell’algoritmo.
Lo stesso uomo che si concentra sul superamento di uno dei limiti più importanti che hanno reso necessario il postulato della religione: la mortalità. Nel suo Da Animali a Dei Yuval Noah Harari prova a considerare in una prospettiva storica allargata il lungo percorso dell’homo sapiens. Probabilmente in un giorno non troppo lontano sembrerà una breve fase di preparazione ad un uomo nuovo, l’uomo immortale: l’uomo dio?
Questi sono alcuni dei modi e delle storie con cui, senza nessun tentativo di enciclopedicità, proviamo a raccontare questo tema affascinante complesso e delicato passando dalle religioni codificate ai riti più pagani alla stregoneria all’ateismo.
Se, come fa notare Agamben, religio non deriva da religare (unire) ma relegere (l’attenzione di scrupolo cui devono improntarsi i rapporti con gli dei), religio non è ciò che unisce uomini e dei, ma ciò che veglia a mantenerli distinti. Allora profanare significa riportare all’uso comune quello che un tempo era stato sacrificato, separato dall’umano per essere destinato agli dei.
È quello che i bambini fanno in continuazione, strappare un oggetto, un rito all’utilizzo codificato per ridare nuova vita, nuovi significati.
Ed è quello che PhEST vuole provare a fare anche quest’anno: giocare, riflettere, immaginare, riportare le religioni e i miti a quello spazio intimo in cui poter dialogare coi propri sogni, con le proprie paure, coi propri desideri.
LE NOVITÀ
- La collaborazione con National Geographic
E poi la collaborazione tra PhEST e National Geographic che offre contenuti della Image Collection. Nelle sale del Castello Carlo V sarà infatti possibile ammirare “Seeing Mary”, una mostra fotografica composta da 30 potenti immagini relative alle apparizioni mondiali della Vergine Maria negli anni. La mostra rivela come persone da culture e luoghi diversi – Polonia, Messico, Francia, Ruanda, Egitto – condividono magari poco, ma sicuramente la fiducia nel fatto che Maria offre loro sostegno, approvazione e attenzione.
Si consolida inoltre la partnership di PhEST con PHmuseum. PhEST ospiterà nei suoi spazi la vincitrice del premio annuale di fotografia New Generation 2019 del PHmuseum, Liza Ambrossio con il suo The Rage of Devotion, storie familiari di donne e stregoneria in Messico.
- La partnership con Trenitalia
Importantissima in questo senso anche la partnership tra PhEST – See Beyond the Sea e Trenitalia che quest’anno offrono ai visitatori che raggiungono Monopoli in treno l’ingresso con biglietto ridotto alle mostre del 2019 acquistabile direttamente nelle biglietterie di PhEST esibendo il biglietto e l’abbonamento al treno (info e dettagli su www.phest.it e www.trenitalia.com);
- La partnership con Sky Arte
Durante le giornate inaugurali, in partnership con Sky Arte, verranno proiettati alcuni contenuti speciali. Uno di questi è Peter Greenaway presenta: Martin Lutero nell’arte in cui attraverso una straordinaria selezione di opere d’arte e immagini storiche, la voce di Greenaway indaga la vita di Lutero e le sue contraddizioni, suggerendo un curioso parallelismo fra l’invenzione della stampa (fondamentale alla diffusione del messaggio di Lutero) e la recente rivoluzione digitale.
IL PROGETTO SPECIALE
PhEST si propone ancora una volta dunque come una mostra che è un insieme di mostre, con autori diversi sapientemente accostati dalla sensibilità artistica degli organizzatori. Immancabile ovviamente il progetto speciale site specific Terra di Santi commissionato quest’anno a Sanne De Wilde, fotografa fiamminga, neovincitrice del World Press Photo per il suo progetto “Land of Ibeji” (La terra di Ibeji ndt) in collaborazione con la fotografa di Noor Benedicte Kurzen. Sanne in residenza artistica in Puglia, ospitata da Palazzo Fizzarotti, dal 13 al 23 agosto ha scattato foto in alcune delle più suggestive feste religiose pugliesi con l’obiettivo di restituire alla nostra regione, ai suoi abitanti e ai numerosissimi turisti che sempre più la scelgono come meta delle loro vacanze, l’idea di quello che la fede e le feste religiose rappresentano ancora oggi, tra legami con il passato e sguardo rivolto al futuro.
Perché la cifra di PhEST è quella di interrogare e produrre riflessioni, costruendo lo sviluppo della terra che lo ispira e che lo ospita, di entrare in connessione con il territorio e con i suoi cittadini per scoprirne l’essenza e valorizzarla di anno in anno.
LE ALTRE MOSTRE
Altro progetto speciale ospitato quest’anno è quello commissionato a Piero Percoco, #searchgodinthings, per Tormaresca in collaborazione con PhEST, con un lavoro stile IG, sulla vita religiosa in Puglia. E poi la mostra sull’ateismo Atheism Museum che arriva dal Museo Nazionale di Fotografia Marubi di Scutari (Albania) a cura di Luçjan Bedeni, dedicata al tentativo del regime di denigrare e cancellare la fede e i suoi elementi identitari; Alinka Echeverría con The Road to Tepeyac in cui ritrae pellegrini in cammino verso la Madonna di Guadalupe a Città del Messico mentre trasportano sulla schiena riproduzioni minuziosamente realizzate dell’icona della Vergine; Alessandro Gandolfi con Immortality, INC dedicata alla ricerca della vita eterna da parte dell’uomo; Julia Krahn con 33MM-Maria Maddalena che ritrae donne a sé molto care in una creazione personale che racconta la sacralità di ogni donna. E ancora, Norman Behrendt con la sua Brave New Turkey sulle nuove moschee sponsorizzate dallo stato turco che punteggiano il paesaggio di Istanbul e Ankara; Daniel Ochoa de Olza che ha ritratto La Maya, usanza spagnola di origine pagana che vede ogni anno quattro o cinque bambine tra i 7 e gli 11 anni alternarsi su un altare disposto per strada per dare il benvenuto alla Primavera; Giulia Bianchi con il progetto dedicato alle donne sacerdote Women Priests Project – Hai dato alla vergine un cuore nuovo e al gruppo di suffragette che dall’estate 2002 porta avanti una protesta di disobbedienza religiosa a favore dell’ordinazione delle donne; Jesse Rieser con Christmas in America – Happy Birthday Jesus dedicata al Natale negli USA: complesso, scomodo, a volte squallido ma anche sincero, celebrativo, colorato e creativo. E poi, Boglárka Éva Zellei con Furnishing the Sacred, che attraverso le cerimonie battesimali fotografate nelle zone rurali dell’Ungheria racconta l’immaginario delle comunità cristiane contemporanee; Roei Greenberg con Along The Break sulle stratificazioni religiose tra Israele e Palestina i cui protagonisti, anche se non compaiono in nessuna delle immagini, sono gli esseri umani, i cui valori ideologici, religiosi e politici hanno cambiato fortemente il paesaggio in conflitto; Michela Benaglia con Il Selvaggio, il Folle e l’Orso, maschere antropologiche tradizionali in Italia di cui è impossibile risalire a una datazione certa e che si riferiscono alla paura che il mondo occidentale nutre per il volto coperto; Richard Silver con il suo Vertical Churches, iniziato nel 2011 (e ancora in corso) che rappresenta una maniera unica di vedere le chiese del mondo.
GLI EVENTI DELLE GIORNATE INAUGURALI
Tra gli eventi annunciati nelle giornate inaugurali, il 7 settembre ci sarà il concerto gratuito dei C’mon Tigre in Largo Castello a Monopoli dove a farla da padroni saranno le sonorità Mediterranee contaminate da jazz, afrobeat, funk ed elettronica (scheda in allegato 1). Sempre il 7 e l’8 settembre PhEST propone e ospita il progetto “Madonnari”. Tre artisti di strada, così chiamati dalle immagini, soprattutto sacre e principalmente Madonne, che sono soliti disegnare per strada saranno ospiti in residenza artistica da Masseria Torre Coccaro, che anche quest’anno sostiene l’intero PhEST, per raggiungere Monopoli e realizzare le loro opere a tema “Religioni e Miti” sul lungomare. Si tratta dell’argentino di fama internazionale Eduardo Relero, Tony Cuboliquido e il barese Silvio Paradiso che eseguiranno i loro disegni con gesso, gessetti o altro materiale povero.
Immancabili gli appuntamenti con le letture portfolio gratuite di PhEST a Palazzo Palmieri il 7 e 8 settembre. Un’opportunità imperdibile per fotografi professionisti e amatoriali di mostrare i loro lavori a esperti internazionali di fotografia: Cynthia Dumbai (National Geographic Society), Giuseppe Oliverio (PHmuseum), Maysa Moroni (Internazionale), Katrin Iwanczuk (Laica Magazine), Giulia Ticozzi (Repubblica) e Sara Guerrini (Freelance). Per partecipare basta presentarsi mezz’ora prima dell’inizio delle letture e iscriversi. Non sono consentite prenotazioni in anticipo. Sabato 7 settembre si comincia alle 15.00 e si finisce alle 18.00. Domenica 8 invece l’appuntamento è dalle 10.00 alle 13.00.
Informazioni utili
APERTURA AL PUBBLICO
Dal 6 al 30 settembre
Dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 20
Dal 1° ottobre al 3 novembre
Dalle ore 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19
Chiuso il lunedì