Reazioni, dopo lo scioglimento del Comune di Ostuni, che giungono anche dall’area socialista.
Tra gli interventi quelli dei consiglieri: Andrea Pinto e Giuseppe Tanzarella.
“Nella vita non basta dire: “noi siamo delle brave persone, noi abbiamo amministrato bene!”, oppure proiettare immagini sacre sulla facciata del Municipio. Nella vita bisogna avere il coraggio. Sfoderare “quell’arma” che viene dal cuore.
Avere coraggio significa risolvere i problemi della gente e non dire semplicemente “io sono una brava persona. Affermare che il provvedimento del Consiglio dei Ministri è un atto politico è da persona non coraggiosa, dimenticando – ritiene Pinto – che “nell’arco costituzionale” del Governo siedono quasi tutte le forze politiche di destra, di centro e di sinistra”.
Critiche all’ex maggioranza anche da Giuseppe Tanzarella. “Il commissariamento di un Comune implica l’interruzione dell’esercizio democratico del potere, affidato dalla Costituzione e dalle leggi che ne sono attuazione alle libere elezioni. Pertanto, è un avvenimento che non può che destare tristezza, rammarico, e mortificazione, anche e soprattutto nel sottoscritto, che per passione ed amore della città ha scelto di fare il consigliere comunale e, perciò, di fare politica. Non sono mai stato un fan della surroga della democrazia per mano di tecnici o di altre misure straordinarie. È proprio questa straordinarieta’, però, che avrebbe richiesto da parte di chi ha amministrato Ostuni sino ad oggi un atteggiamento diverso, responsabile, consapevole delle difficoltà e, sotto certi versi, della drammaticità della situazione che la città stava attraversando. Si è, purtroppo, preferito continuare a temporeggiare, esercitando pronostici e preconizzazioni su quello che sarebbe accaduto, affidandosi alla fede o a strampalate teorie sulla connessione tra indagini penali e procedimenti amministrativi, senza comprendere che, probabilmente, uno scatto di reni, una scelta politica coraggiosa e per il bene di tutti avrebbe contribuito realmente a distinguere ruoli e responsabilità recitati in questa disfatta generalizzata. In realtà, si è andati avanti per silenzi, rassicurazioni, riscontri parziali e difensivi alle legittime sollecitazioni di fare chiarezza su quello che stava accadendo.
Oggi, percio’ – afferma Giuseppe Tanzarella- al netto delle legittime ragioni che ognuno può far valere nelle sedi opportune, per il tramite di ricorsi, opposizioni e carte bollate, una vera classe politica, che ama il proprio paese, avrebbe ammesso di aver sbagliato qualcosa, se non tutto, e si sarebbe limitata a chiedere scusa. Rimbocchiamoci le maniche, non sarà facile risalire la china”.